Ed eccoci alla cena di questo mese. Avete ragione, i mesi scorsi non sono stata molto di parola, non ho scritto nessun articolo in questa rubrica, ma tra impegni di lavoro e tutto il resto non siamo riusciti a trovare una data che andasse bene a tutti! Comunque, da questo mese ricominciamo alla grande.
Novembre: pioggerella, freddo in arrivo (anche se quest’anno già siamo stati fortunati), voglia di piatti sostanziosi, caserecci, ma soprattutto voglia di una trattoria di tradizione. Mia sorella Cristina e Stefano ci avevano parlato più volte di questa trattoria, loro sì che sono clienti abituali! Ed ecco arrivata la buona occasione per andarci tutti insieme.
La Topia si trova in località Orsanvenzo, frazione di un paesino di 2000 abitanti che è Valduggia, arroccato nella bassa Valsesia. Dalla strada della Cremosina, assiduamente frequentata d’estate da ciclisti e motociclisti che si divertono ad affrontare i suoi emozionanti tornanti, si sale verso destra e si prosegue fino ad arrivare all’ingresso di Orsanvenzo. La trattoria si trova proprio sulla vostra destra, in una vecchia casa tipica, appollaiata su un promontorio.
Entriamo a subito veniamo accolti dalla simpaticissima Serena, proprietaria del locale insieme al marito Mauro. Sono entrambi ai fornelli in cucina e Serena si affaccia da una nicchia che dà sul corridoio, da cui vengono passati i piatti ai camerieri. Ci saluta con un raggiante “Buon appetito signori!” e ci affida a Norman, il ragazzo che lavora in sala, a nostro avviso colonna portante del locale!
Saliamo le due rampe di scale in legno e ci accomodiamo in una saletta (al piano di sopra ce ne sono tre e in ognuna troverete una stufa a legna o un camino acceso). L’atmosfera è da rifugio di montagna.
Ci viene offerto un aperitivo, con un drink della casa e delle quenelles di formaggio fresco condite con aceto balsamico e pepe rosa in grani.
Poi passiamo alle ordinazioni: Norman è bravissimo, ci spiega i piatti uno ad uno, facendoci venire l’acquolina in bocca solo a sentire la descrizione. Alla fine optiamo per un antipasto misto per tutti, composto da: sanguinaccio in crosta, torta di pane, tortino di riso con bagnetto verde, sfoglia con erbette miste, tagliere con salame e lardo lonzato (buonissimo), pere al gorgonzola.
I primi sono molto invitanti, io opto per un secondo, ma gli altri scelgono: ravioli al ragù di cinghiale, tortelli di zucca e amaretti e spaghetti alla chitarra con bagna cauda e finocchi. Io ovviamente li ho assaggiati tutti 🙂 Uno più buono dell’altro! E vogliamo parlare delle porzioni? Ci si mangia tranquillamente in due.
I secondi: per me un coniglio dolce-agro con cacao amaro e cipolline borretane, sfumato al vino rosso. Particolarissimo e squisito. Alessandro ha scelto la faraona alle castagne (che tentava anche me), mentre mia sorella e Stefano hanno preso il ganassino di maiale brasato al vino rosso. Tutti i secondi vengono serviti con un contorno di patate al forno. E anche qui mi ripeto: uno più buono dell’altro.
Non possiamo resistere – golosi come siamo – e vai coi dolci: affogato al ratafià, panna cotta con composta di uva e semifreddo alla frutta secca. L’affogato al ratafià, nella sua semplicità era davvero superlativo.
Abbinamenti enologici: con antipasti e primi Colline Novaresi doc Vespolina di Rovellotti (Ghemme) e con i secondi Fara Doc Vigneti Valle Roncati (Briona). Abbinamenti locali per ristoranti locali: questa è la nostra filosofia. La Vespolina ottima, con la sua tipica speziatura che la contraddistingue e la rende particolare. Il Fara ben strutturato, con i tipici sentori del nebbiolo invecchiato riconoscibili al naso, piacevole, caldo e di corpo.
Finiamo con caffè e amari, per un totale a testa di euro 33.00. Eccezionale rapporto qualità/prezzo. Ringraziamo tutti per la bella serata, Serena e Norman in particolare. E’ sempre un piacere ri-scoprire i piatti della tradizione.
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